Progetto

 

Non è la prima volta che dedichiamo la copertina alla storia e in particolare al periodo del secondo dopoguerra italiano. Su questa fase della vita del nostro Paese rimane ancora forte la suggestione legata all’entusiasmo per la ripresa della vita reale, dopo la sospensione dovuta alle restrizioni del regime fascista, alle privazioni patite nelle case per l’assenza di cibo e al dolore per i numerosi morti causati dal conflitto.
Non siamo ingenui, però. È chiaro che sono state molte le ombre che hanno macchiato il periodo che va dal 1945 alla fine degli anni Sessanta e che portarono alle furiose proteste del Sessantotto e, in Italia, alla tragica stagione del terrorismo.
Per ripartire, l’Italia provò a far dialogare politica, industria e scienza. Il progetto, promettente, si arenò ben presto. È questa, però, la parola chiave: progetto, che fa il paio con programmazione. O, meglio ancora, con visione. Alzi la mano, e ci scriva, chi ha chiara la percezione che oggi un progetto ci sia. Quello che fa rabbia è la chiara percezione che, oltre la consapevolezza di non avere una visione, l’attuale classe dirigente e politica del nostro Paese non ne percepisca la gravità. E allora è tutto un profluvio di post, cinguettii e slogan. Buoni solo per rimandare.
“L’Italia degli scienziati. 1945-1968“ è il titolo del convegno organizzato dal Centro Pristem che si terrà a Perugia dal 12 al 14 aprile. Come scrive Angelo Guerraggio in queste pagine, l’appuntamento vuole essere “un contributo ai programmi di educazione civica da sviluppare a scuola, mostrando come il progresso scientifico vada organizzato e coltivato, non affidandosi solo alla sua spontaneità, e come poi questa organizzazione contribuisca in modo decisivo allo sviluppo sociale e culturale di una nazione”.
Quando uscì La matematica è politica di Chiara Valerio, mi colpì molto una frase che accompagnava l’uscita del libro e che diceva più o meno così: la matematica è un esercizio di democrazia: si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Da dove partiamo?
A proposito di democrazia, nelle prossime settimane si terranno le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’Unione matematica italiana (Umi). I matematici italiani sceglieranno il loro presidente. I candidati sono due: Marco Andreatta, docente di geometria all’università di Trento, e Barbara Nelli, docente di geometria all’università de L’Aquila.

Vincenzo Mulè
Direttore responsabile

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