Stile libero – Il lusso di una laurea

A cosa ci servono tutti questi laureati? C’è ancora chi si fa questa domanda, sull’onda nostalgica di un’idea di scuola per pochi, che seleziona i pochissimi che faranno l’università.
L’Istat ha pubblicato i dati del 2022 dai quali emerge che il 35% delle ragazze e il 23,1% dei ragazzi fra i 25 e i 34 anni in Italia hanno un titolo universitario. Davvero quel quasi 30% di trentenni che si sono laureati sono troppi?
Eppure, se ci confrontiamo con la Francia o la Spagna, scopriamo che più della metà dei trentenni, nei Paesi a noi così vicini e così simili, hanno un titolo universitario. Ma in quei due Paesi un’ampia parte (25-30%) dei titoli che abbiamo chiamato universitari e che si dovrebbero definire terziari sono non in università ma nell’alta formazione. Quella che in Italia esiste da circa vent’anni sotto il nome di Istituti tecnici superiori, ma attira pochissimi iscritti. Quella che con un maquillage lessicale si denomina adesso Its Academy, sperando che l’inglesismo e il titolo più altisonante portino iscrizioni.
Se la domanda è se tutti questi laureati servano, il confronto con i dati occupazionali ci dice che i laureati che trovano lavoro sono l’83,4% contro il 72,3% dei diplomati. E si frana al 53,3% degli occupati con un titolo di scuola media.
Quindi servono, e ne servirebbero di più se il sistema produttivo fosse più incline all’innovazione e al conseguente aumento della produttività. Forse ci vorrebbero più imprenditori capaci di valorizzare competenze alte, forse più imprenditori laureati.
Il dato decisamente più negativo è quello che svela la scarsa mobilità: se due figli di laureati su tre si laureano, il dato scende al 41% per i genitori diplomati e crolla al 12,3% per chi ha genitori con la licenza di scuola media. Quindi, il percorso scolastico non riduce le distanze socio-economiche. Andrebbe studiato il tipo di aspettative delle famiglie che investono negli studi dei figli: in molti casi la remunerazione non ripaga le spese e i tempi connessi al percorso di laurea. Anche se mediamente maggiore, lo stipendio di un laureato in molti casi non tiene il confronto con mestieri raggiungibili con un percorso molto meno oneroso. Quindi una famiglia che non abbia da difendere uno status culturale magari sconsiglia ai figli di proseguire negli studi.
Ma la maggior indiziata è la carenza di provvedimenti e strutture per il diritto allo studio universitario. Con il Pnrr sono state stanziate risorse ingenti per aumentare di 60.000 gli alloggi per studenti universitari.
Bisognerà verificare attentamente cosa sarà stato fatto di queste risorse, visto che molti dubbi sono stati espressi sulla modalità di utilizzo dei finanziamenti.

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