Verso Sud

Nel guardarci indietro, attività inevitabile in occasione delle ricorrenze, non possiamo che essere soddisfatti ma allo stesso tempo sorpresi per quanto siamo riusciti a fare. Festeggiare il raggiungimento del quinto anno di vita è per noi motivo di orgoglio. Tenere acceso il faro della razionalità e usare un approccio scientifico verso la realtà è l’impresa che cerchiamo di portare avanti dall’inizio.
Per questo, a chi ci segue da tanto tempo, non appare anomala la copertina di questo numero del nostro giornale.
Fedeli alla definizione secondo cui il giornalista è lo storico del presente, non abbiamo potuto non rispondere alle continue sollecitazioni che la realtà ci ha offerto in questi ultimi anni. E abbiamo voluto raccontarla.
La sfida economica, politica e, perché no, sportiva che il Sud del mondo lancia all’Occidente e al suo modello dominante riguarda anche una partita che Prisma ha spesso ospitato sul suo campo (leggi, sulle sue pagine). Quella cioè del futuro della matematica e in generale della scienza. E a conferma che realtà e ricerca spesso procedono a braccetto, le conclusioni delle riflessioni geopolitiche che abbiamo ospitato nella nostra storia di copertina coincidono con quelle emerse circa l’indirizzo della ricerca scientifica: l’asse del mondo è fortemente attratto dai Paesi Brics e noi europei corriamo il rischio di avere sempre più un ruolo marginale.
Di certo, non è una bella prospettiva ma si tratta di un esito per certi versi inevitabile alla luce della scarsa considerazione che Unione europea in generale e Italia nel particolare riservano alla ricerca. Attenzione che ha una cartina di tornasole nelle politiche e nelle modalità di elargizione dei finanziamenti.
Naturalmente, imputare la possibile marginalizzazione dell’Unione europea soltanto a questi due fattori è riduttivo e probabilmente sbagliato. È un fatto, però, che l’Ue si è mossa solamente in risposta a eventi eccezionali (vedi la pandemia del Covid) mentre l’altra parte dell’emisfero ha condotto iniziative e politiche volte ad accrescere il peso politico ed economico anche incentivando la ricerca scientifica.
Abbiamo la fortuna di vivere un momento di passaggio, in un certo senso storico. Un momento di svolta che apre
scenari inevitabilmente diversi dai precedenti. Le sfide che ci aspettano richiedono un approccio nuovo. Trovare il proprio posto in questo scenario in evoluzione potrebbe decidere le sorti del nostro futuro. Farlo puntando sulle ricchezze della nostra tradizione scientifica e culturale potrebbe non essere un’opzione malvagia. Del resto, è quello che hanno già fatto India, Cina e Russia. Le nazioni che, nel bene e nel male, stanno guidando il cambiamento.

Buona lettura!

Vincenzo Mulè
Direttore responsabile

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