Libri – A cura di Lorenzo Zilletti e Salvatore Scuto, “Ispezioni della terribilità. Leonardo Sciascia e la giustizia”

 

L’abbacinante fulgore dei giganti della cultura del secondo Novecento continua a riverberarsi sui nostri anni difficili e a portare frutti talora inaspettati. Tra questi giganti, sicuramente troviamo Leonardo Sciascia, le cui riflessioni, che talvolta divengono ossessioni, come nel caso della giustizia e della sua fallace amministrazione, non solo a distanza di decenni mantengono inalterato il valore e coraggio di un tempo (quante volte il maestro di Regalpetra sottolineò la propria mancanza di opportunismo… – citando Matteo Collura: “Non fu prudente Sciascia. Ma lo furono Voltaire, Zola, Camus, Gide? Fu prudente Pasolini?”) ma ancora generano dibattiti e forti prese di posizione. È il caso dei saggi raccolti in questo ricco volume di contributi (edito da Leo S. Olschki) che nasce dagli sforzi degli avvocati dell’Unione delle Camere Penali Italiane, subito sposati dagli Amici di Leonardo Sciascia, in un lungo viaggio attraverso i meandri della macchina della giustizia. Le Ispezioni della terribilità prendono le mosse dalla produzione narrativa di Sciascia attraverso alcune frasi-chiave estratte dai testi dello scrittore siciliano che vanno a costituire il tema di sette letture affrontate sotto diversi punti di vista da giuristi e uomini di cultura. Le lezioni sono dedicate alla memoria del politico e giornalista Massimo Bordin (al cui ricco archivio sciasciano sono dedicate interessanti pagine a cura di Andrea Maori) che analoga sensibilità per i problemi della giustizia rese affine in tanti aspetti a Sciascia.

Leonardo Sciascia e la giustizia, dunque, un interesse che presto diventò ossessione – come prima dicevamo – intesa non come sterile macerazione solipsistica ma come ineludibile argomento su cui tornare per cercare di denunciarne i limiti e per quanto possibile migliorarne l’applicazione nel concreto (quante pagine ad esempio Sciascia dedicò al caso Tortora e all’errore giudiziario, ai pentiti di mafia, a vecchie e nuove inquisizioni!). Perché nella produzione sciasciana, anche nei romanzi, cambiano contesti storici e personaggi ma non l’indagine sull’uomo, cui naturalmente si associa la riflessione sul bene e il male, su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La legge è sempre vista come forza della ragione, positiva, ma la sua applicazione da parte degli uomini così fallace che spesso diventa arbitraria, collusa col potere: l’inquisizione come abuso di potere, oggi come ieri, il ritorno dell’eterno fascismo.

E allora incancellabili si ripresentano in tanti saggi del volume personaggi come il “piccolo giudice” di Porte aperte che, trovatosi fra le mani un delicato processo per assassinio multiplo, dove le autorità spingono per applicare la pena di morte quale prova della loro fermezza morale (altro tema carissimo a Sciascia, per il quale “la pena di morte non ha niente a che fare con la legge, è un consacrarsi al delitto, è un consacrare il delitto”) testardamente si oppone, pur sapendo che la sconfitta è inevitabile, perché l’opposizione è di per sé la sua vittoria morale e la sola scelta possibile.

O ancora l’alto magistrato che in un abbagliante monologo tenuto di fronte all’ispettore Rogas ne Il contesto teorizza l’impossibilità dell’errore giudiziario, paragonato alla transustanziazione inevitabile del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo oppure Caterina Medici e la giustificazione della tortura come strumento per cercare la verità in un processo per stregoneria nel XVII secolo.

Tutto cambia ma nulla cambia e l’immagine della giustizia da tante sfaccettature analizzata in questi saggi (anche concretamente attraverso la galleria di stampe riprodotte in una sezione del volume, di cui Sciascia era esperto conoscitore e collezionista) continua a offrire all’acuto osservatore riflessioni e contraddizioni da affrontare con coraggio, virtù che mai mancò a Leonardo Sciascia e di cui oggi abbiamo sicuramente un disperato bisogno.

 

“Ispezioni della terribilità. Leonardo Sciascia e la giustizia”

2023
296 p., ill. , Brossura

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