Indiana Jones: Eureka!

In un’estate cinematografica che strizza l’occhio al mondo della scienza con il kolossal Oppenheimer (in Italia dal 23 agosto), c’è un altro film nelle sale che, tra avventura e fantasia, prende spunto proprio dal mondo della matematica. Si tratta di Indiana Jones e il quadrante del destino, ultimo capitolo della celebre saga che questa volta vede l’archeologo più famoso del grande schermo alle prese con una macchina progettata da Archimede.

È il 1969, alla vigilia dell’allunaggio, il prof. Jones è in pensione e il fisico nazista Jürgen Voller, rifugiatosi negli Stati Uniti e artefice del successo spaziale degli USA, vuole impossessarsi di Antikythera o Quadrante di Archimede, un congegno per viaggiare nel tempo inventato dal matematico siracusano durante l’assedio romano, con lo scopo di tornare nel 1939 e capovolgere il destino del terzo Reich. Indiana Jones partirà quindi all’inseguimento del reperto in una serie di rocambolesche peripezie nel Mediterraneo fino ad arrivare a Siracusa sulle tracce di Archimede. Non svelo oltre la trama, ma quanta verità c’è nella sceneggiatura del film?

Scena del film “Indiana Jones e il quadrante del destino” © Disney/Lucasfilm

Ovviamente l’ambito Quadrante di Archimede oggetto delle avventurose vicende di Indy non esiste ma non è pura fantasia, si rifà infatti alla macchina di Anticitera, strumento meccanico rinvenuto il 17 maggio 1902 da un gruppo di pescatori di spugne greci che trovò rifugio da un temporale sulla piccola isola di Antikythera, nel mare Egeo tra il Peloponneso e Creta. Sotto le acque ritrovarono il relitto di una nave romana naufragata circa duemila anni prima, con a bordo un carico prezioso di statue e oggetti d’arte. L’archeologo Valerios Stais, direttore del Museo Archeologico di Atene, esaminando i reperti notò un blocchetto di granito incrostato con all’interno un marchingegno che sembrava un orologio. Gli archeologi si ritrovarono davanti a un puzzle composto da 82 frammenti, tra cui ingranaggi, sottili rotelle di rame spesse pochi millimetri e incisioni. Sul fatto che fosse un congegno di precisione non vi erano dubbi, ma se si trattasse di un astrolabio o di un calcolatore non si aveva alcuna certezza. Unico dato assodato è che poteva essere datato al primo secolo avanti Cristo.

La prima vera risposta fu data negli anni Settanta da Derek J. de Solla Price, professore a Yale, che individuò nella macchina un calcolatore astronomico e scoprì che il meccanismo era contenuto originariamente in una scatola di bronzo e legno di dimensioni 30×15×7,5 cm. Fu lui il primo a notare le corrispondenze tra il meccanismo di Anticitera e il planetario di Archimede, attribuendone quindi la paternità al matematico siracusano.

Frammento principale della macchina

Nei tempi più recenti, l’uso di scansioni a raggi X ha portato a individuare un meccanismo in grado di prevedere le eclissi di luna e un piccolo quadrante per la datazione dei giochi olimpici. Per quanto riguarda le scritte incise sullo strumento, si è scoperto che riportano i nomi dei mesi in dialetto siracusano greco antico e proprio nella città siciliana è stato probabilmente costruito.

Conservata nel Museo archeologico nazionale di Atene, la macchina di Anticiterra è stata completamente riscostruita, così come una serie di copie funzionanti che rivelano che il meccanismo aveva un notevole livello di precisione. Nonostante l’avanguardia dello strumento, che si pensa avesse scopi didattici e dimostrativi, il manufatto è in linea con il sapere degli antichi greci che erano a conoscenza della volta celeste, della forma dei pianeti e del loro moto. Pitagora già sosteneva la forma sferica della Terra ed Eratostene era riuscito a calcolarne la circonferenza con una precisione sorprendente, era nota l’azione della luna sulle maree, così come la precessione degli equinozi e la teoria eliocentrica era già stata formulata da Aristarco di Samo. E anche dal punto di vista ingegneristico non vi sono dubbi che i greci erano grandi inventori.

Il meccanismo continua però a essere oggetto delle attenzioni degli appassionati di archeologia “misteriosa”: uno strumento capace di calcolare eclissi, movimento di sole e luna, mesi siderali, datazione delle olimpiadi è considerato un manufatto “fuori dal tempo”, insomma il degno soggetto di un film di Indiana Jones!

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