La donna all’origine dei vaccini

Nei Paesi europei le vaccinazioni sono state introdotte nel 1796. Un evento di eccezionale portata, come si può immaginare, che, però, fino a poco tempo fa era attribuito solo al lavoro del medico britannico Edward Jenner e alla sua lotta contro il vaiolo. In realtà, una donna lo aveva anticipato: Mary Wortley Pierrepont, nota come Lady Montagu. Nata nel 1689 a Thoresby Hall in una famiglia aristocratica – il padre era il marchese di Dorcester – deve battersi con determinazione per riuscire a sposare Edward Wortley Montagu tanto che nel 1712 fugge da casa, si sposa e trascorre in campagna i primi tre anni di matrimonio. Poi, quando nel 1715 Montagu viene nominato membro del Parlamento, si trasferisce a Londra dove diventa una protagonista della vita sociale: bella e intelligente, raccoglie attorno a sé anche personaggi come il poeta Alexander Pope o la saggista Mary Astell. Il periodo spensierato finisce presto, perché Lady Montagu si ammala della stessa malattia che due anni prima le aveva portato via il fratello: il vaiolo, che in quegli anni uccideva tra il 10 e il 20% della popolazione europea. Da questo momento, la lotta al vaiolo diventa un elemento centrale della sua vita. Nel 1716 accompagna il marito a Costantinopoli, dove è stato nominato ambasciatore, e durante la sua permanenza nella capitale turca, dall’estate dello stesso anno a quella del 1718, viene in contatto con Emanuele Timoni, medico laureato all’università di Padova e membro della Royal Society di Londra, che nel 1713 aveva già pubblicato nelle Philosophical Transactions of the Royal Society un trattato sull’inoculazione.
Con Timoni, Lady Montagu esplora i costumi locali e si convince della bontà della pratica dell’inoculazione contro il vaiolo, la cosiddetta variolizzazione. Il metodo consiste nell’iniettare in una leggera incisione della cute di individui non affetti i virus vivi presi dal pus raccolto dalle pustole del vaiolo di persone che avevano contratto la malattia in modo lieve. Una volta iniettato il “veleno”, la ferita veniva medicata con un pezzetto di guscio di noce vuoto. Gli effetti dell’iniezione si vedevano dopo otto giorni: una febbre di due o tre giorni e qualche pustola che poi spariva insieme alla febbre e chi si era sottoposto al trattamento non si ammalava più. La scoperta che ogni anno in Oriente migliaia di persone si sottoponevano alla variolizzazione è così strabiliante che, da quel momento, Lady Montagu si impegna a diffonderla ovunque. Comincia nel 1718 facendo inoculare il figlio di quasi cinque anni con l’aiuto del chirurgo dell’ambasciata Charles Maitland. Poi, il rientro in patria, dove la sua proposta incontra molta resistenza da parte della classe medica perché la pratica non solo appartiene alla tradizione di un Paese orientale ma addirittura è tramandata a voce dalle donne. La situazione rimane sostanzialmente immutata fino al 1721, quando in Inghilterra scoppia un’epidemia di vaiolo. Lady Mary “ne approfitta” per far partire la prima vera campagna vaccinale, facendo inoculare anche la figlia. La voce dei primi successi si sparge e la pratica inizia ad affermarsi. Lady Montagu riesce a convincere la principessa del Galles, Caroline di Ansbach, futura regina e buona amica, a far immunizzare i propri figli. Prima, però, il medico di corte Sloane le suggerisce di sperimentare ulteriormente il metodo su alcuni prigionieri in cambio della loro libertà; l’esperimento va a buon fine e tutta la prole della principessa viene inoculata. Per far praticare l’inoculazione nel resto d’Europa, ci vorranno altri quarant’anni e parecchie vittime illustri. Nel 1774, lo stesso re di Francia, Luigi XV, morirà a causa del vaiolo. Tra i più coraggiosi e tenaci sostenitori dell’innesto, come Lady Montagu chiama l’inoculazione, va menzionato anche il matematico e geografo Charles Marie de la Condemine, che fa un paragone tra la nuova prassi e il gioco del lotto: ogni individuo ha un biglietto e ogni anno partecipa all’estrazione di un certo numero di nomi ai quali tocca il premio della morte; l’inoculazione muta le condizioni del gioco e porta alla diminuzione del numero dei biglietti funesti. Se inizialmente uno su dieci era fatale, si passa poi a uno su cinquecento, quindi ne resterà uno su mille e così via. Più avanti, Edward Jenner perfezionerà la pratica della variolizzazione, fino a inventare il vero e proprio vaccino, utilizzando al posto del vaiolo umano quello bovino considerato più sicuro. A Lady Montagu rimane il merito indiscusso di aver posto le basi di quella che sarebbe divenuta una delle invenzioni più importanti della storia della medicina, alla quale ancora oggi dobbiamo molta della qualità della nostra vita.

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