Stile libero – La classe non è acqua

Una bella sequenza di piatti al ristorante, un menu molto ricco di portate: alcuni buoni, altri decorosi. A un certo punto, arriva un piatto di carne mal cotta. E anche il dessert non mi piace, è insapore. Insomma, su una decina di piatti ce ne sono due o tre che rimanderei volentieri indietro. Gli altri invece andavano bene. Che faccio? Rifiuto tutto e mi faccio riportare tutto il pasto, a cominciare dagli antipasti fino al grappino? Ovviamente no.
A scuola succede così: hai un bel risultato in italiano, buono anche in scienze, tutti sopra il sei gli altri voti, salvo tre cinque e un quattro. Risultato: non ammesso alla classe superiore. Quindi, rifarai gli stessi autori di italiano che hai dimostrato di conoscere bene, rifarai il Medioevo e il Rinascimento, rifarai il corpo umano su cui hai preso 8. Rifarai tutto. Magari i prof dicono che ti fa bene fermarti. Ma tu non ti senti fermo: sei tornato, umiliato alla casella di partenza e ti tocca rifare la stessa strada. Ti annoi. Sarai anche stato un lazzarone, ma scrivi bene e la letteratura ti piace. Oppure sei un naturalista nato, ma odi la grammatica. Magari hai già deciso che farai fisica, ma ti viene mal di testa solo a sentir nominare Spinoza. Perché non puoi andare avanti in fisica e studiarti da capo solo il programma di filosofia? E se Marta in tre anni fosse già in grado di tradurre bene dal latino e Filippo avesse bisogno del doppio del tempo per imparare a parlare decentemente l’inglese? Marta potrebbe fare un corso avanzato di latino e Filippo studiare con altri principianti l’inglese di base. Ognuno con il suo passo. Magari poi fanno assieme matematica. Però non con il loro amico Marco che sta nel gruppo dei turbo-matematici. E solo Anna fa teatro. Perché invece Filippo suona il flauto nell’orchestra della scuola. Tutti quanti alla fine avranno fatto italiano, matematica, inglese, storia ecc.. ma a livelli diversi o in tempi diversi. E solo alcuni teatro, musica, scacchi come opzionali. Cominciando già a diversificare le vocazioni per dopo.
In Germania si fa più o meno così, almeno in alcune scuole. In Italia non si può. Perché ti iscrivi alla terza B e la terza B, compatta, alla fine dei 5 anni deve sapere le stesse cose. La “classe” non è acqua, in Italia. Il matrimonio si può sciogliere, ma la classe deve restare unita. Ad eccezione del reprobo che viene lasciato indietro, espulso.
Gli esami di riparazione spesso non riparano. E si torna all’alternativa: bocciati o promossi. Nel primo caso si spreca ciò che si sa. Nel secondo, non si impara ciò che non si sa. Perché con una o due materie non si perde l’anno. Ma la promozione burocratica non risana le carenze.
Una scuola che assecondi i tempi di ciascuno, che valorizzi i talenti e accompagni i lenti. Anziché una scuola dal menu fisso. Fra le tantissime riforme della scuola nessuno l’ha mai proposta davvero. Forse vale la pena ragionarci.

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