Pensieri divergenti – Sentieri

Il 3 ottobre 2013 si inabissò a poche centinaia di metri dalle coste dell’isola di Lampedusa un barcone di migranti. I morti annegati furono 368 di cui 83 donne e 9 bambini. Nel 2016 il Senato istituì, su proposta del Comitato 3 ottobre, la “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, volta a creare una memoria e una cultura dell’informazione e dell’accoglienza. Quest’anno, il 2 ottobre ho partecipato a una marcia simbolica lungo il tratto finale della rotta balcanica percorsa dai migranti da San Dorligo della Valle (Dolina) a Bagnoli della Rosandra (Boljunec) sul confine sloveno. È la principale porta di ingresso in Italia dei migranti via terra. Alcuni si fermano, i più proseguono verso altri Paesi dell’Ue. Provengono principalmente da Pakistan, Afghanistan, Iraq, Siria, Bangladesh; giovani maschi, le cui famiglie sborsano oltre una decina di migliaia di dollari per il viaggio rimanendo poi indebitate quasi per sempre. Il flusso è di una decina di persone al giorno. Giungono in Italia dopo aver trascorso mesi nei centri di accoglienza temporanea in Bosnia cercando di attraversare il confine con la Croazia. L’attraversamento non riesce quasi mai ai primi tentativi a causa di respingimenti (refoulment) che avvengono spesso con il ricorso a violenze, torture e la confisca e distruzione dei beni personali da parte delle forze militari alla frontiera. Anche l’Italia operò dei respingimenti sul confine sloveno che, per effetto domino, ricacciarono i migranti al campo profughi in Bosnia. Si stima che nel 2020 furono oltre mille. Oggi ciò non avviene più, dopo i pronunciamenti del Tribunale di Roma che hanno ribadito il diritto di richiesta di asilo in base all’articolo 10 della Costituzione, all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Lungo il sentiero fangoso che corre dal confine in cima alla collina di Dolina verso Bagnoli si trovano innumerevoli tracce di attraversamenti. Indumenti, sacchi a pelo, oggetti personali, schede telefoniche abbandonate dai migranti nel timore che possano essere usate per dimostrare che hanno fatto il primo ingresso in Europa in uno Stato diverso dall’Italia. È un sentiero di sofferenza e di speranza al tempo stesso.
Camminando in silenzio lungo questo sentiero, dove alcuni politici vorrebbero sistemare dispositivi dal nome agghiacciante di “foto-trappole”, la mente mi si affolla di tanti pensieri divergenti. Ripenso ai grandi detti dell’Umanità: l’I care della scuola di Barbiana, There is no them, there is only us, Extra pauperes nulla salus. Rifletto sul principio di solidarietà africano Ubuntu, che nella forma ricalca il principio della filosofia moderna occidentale ed individualista Je pense donc je suis – Penso dunque sono – ma che nel senso ne è agli antipodi: Umntu ngumntu ngabantui, in Xhosa, ovvero I am because we are. Noi siamo dunque io sono!

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