La città sostenibile è quella gemella

La tecnologia può essere sempre più un alleato della sostenibilità. In questa direzione va, per esempio, l’uso dei Digital Twin che, fuori dalle linee di produzione delle aziende manifatturiere, diventano strumento per pianificare politiche intelligenti di gestione dell’ecosistema urbano. È il caso per esempio di Singapore, prima città-laboratorio a testare le potenzialità del gemello digitale.

“Il gemello digitale di una città è una replica virtuale dello spazio urbano, delle infrastrutture e dei servizi che offre” spiega Roberto Saracco, responsabile digital reality dell’Institute of electrical and electronics engineers (Ieee), l’associazione internazionale di scienziati che ha come obiettivo la promozione delle scienze tecnologiche.

Attraverso l’uso integrato di dati, machine learning, cloud computing, internet of things e realtà virtuale è possibile infatti trasferire l’universo urbano nel mondo digitale per simularne, e quindi valutarne, il funzionamento prevedendo scenari diversi che possono orientare azioni e scelte strategiche senza correre troppi rischi e con pochi oneri economici.

Il concetto di digital twin nasce in ambito industriale nel 2002, con Michael Grieves del Florida Institute of Technology, per ottimizzare lo sviluppo di un prodotto e coordinare in maniera ottimale la gestione del suo ciclo di vita, attraverso appunto il suo simulacro virtuale. “Ma via via si è capito che i gemelli digitali possono essere utilizzati per progettare e gestire qualsiasi cosa, dalle automobili alle città” tanto che secondo il report di Accenture Technology Vision 2021 questa tecnologia è destinata a crescere e a trainare il cambiamento come uno dei pilastri della trasformazione digitale in corso.

Secondo Saracco, questa tecnologia “può accelerare la trasformazione delle aziende ma anche delle città, migliorare l’uso delle risorse e rendere più efficienti i servizi”.

Virtual Singapore, modello dinamico tridimensionale della città, è una piattaforma collaborativa per progettare la riqualificazione urbana e una migliore gestione del trasporto pubblico della città asiatica analizzando le abitudini e gli schemi di movimento dei cittadini, al fine di adeguare l’offerta alle loro reali esigenze.
Pietra angolare del digital twin di Singapore è il connubio dei dati Gis (Geopraphic information system) e Building Information Modeling (Bim), che permette ad architetti e sviluppatori di pianificare e progettare edifici, ponti e altre infrastrutture pubbliche. “Di fatto, è possibile creare modelli digitali di qualsiasi entità ed esplorare l’impatto di interventi diversi, simulando come potrebbero evolvere nel tempo al variare di determinati parametri e così, alla luce delle analisi predittive, supportare i processi decisionali”.
Ma non solo: il digital twin consente di valutare l’impatto di una determinata scelta politica sulla qualità della vita della comunità. “E proprio in quest’ottica potrebbe innescare cambiamenti virtuosi, più smart ed ecofriendly, e una maggiore partecipazione pubblica” aggiunge Saracco. È proprio questo l’obiettivo del progetto Duet, Digital Urban European Twins for smarter decision making, che testerà la tecnologia del digital twin ad Atene, nella regione delle Fiandre e a Pilsen, nella Repubblica Ceca, con l’intento di promuovere economie urbane sostenibili attraverso la digitalizzazione.

Implementare il digital twin della città per sperimentare risposte innovative su temi strategici come il Green Deal è la strada che vorrebbe intraprendere Bologna e che ha già intrapreso Genova che “da un anno e mezzo è partita con il digital twin del porto per coordinare la complessa gestione delle attività portuali. I sistemi urbani – conclude Saracco – sono sempre più interconnessi. E questa tecnologia sembra destinata a svolgere un ruolo sempre più importante nella creazione di città intelligenti e per affrontare le sfide inerenti la salute pubblica, la sicurezza e la salvaguardia ambientale”.

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