Perché Vito Volterra merita un graphic novel

“Sei sulla strada sbagliata se pensi che i fumetti siano una cosa solo per ragazzi. Certo, anch’io ho cominciato a leggerli da bambino: Topolino, il Corriere dei Piccoli, Jacovitti, Gaston Lagaffe ecc. e poi, molto implicitamente, ho trasmesso questa passione ai miei figli. Ma i fumetti sono una cosa più profonda. Quando studiavo in Francia, ho avuto l’occasione di conoscere alcuni intellettuali, matematici e non, e nelle loro librerie non mancava mai una bella sezione con un vasto assortimento di fumetti. E le storie a fumetti, le graphic novels, se preferisci chiamarle così, sono oggetti complessi, con tante dimensioni, perché permettono diversi livelli di lettura e tanti punti di entrata. Sono di intrattenimento e si fanno leggere a prescindere dal contenuto specifico, ma possono veicolare praticamente qualsiasi contenuto. Perché il loro linguaggio permette di fare esperimenti comunicativi a costi contenuti, di usare una lingua umoristica o malinconica, realistica o surreale, potenzialmente molto precisa, ma anche solo visiva e molto immediata”.
Chi parla così è Roberto Natalini, matematico, direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, autore di numerose e importanti pubblicazioni scientifiche soprattutto nel campo delle equazioni differenziali e della loro applicazione a modelli che intervengono in fluidodinamica, biologia, traffico, conservazione dei monumenti. L’occasione per questa chiacchierata è la pubblicazione del libro La funzione del mondo. Una storia di Vito Volterra, di Alessandro Bilotta e Dario Grillotti, pubblicato nella collana Feltrinelli Comics in collaborazione con Cnr Edizioni. Roberto Natalini ne ha scritto l’appendice storico-scientifica e, assieme ad Andrea Plazzi, traduttore ed editor di fumetti, si è assunto il compito della supervisione editoriale e scientifica del volume.

Vito Volterra è stato probabilmente il più importante matematico italiano nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento. È morto nel 1940 e per qualche decennio è un po’ finito nel dimenticatoio: il suo modo di concepire la ricerca matematica, pura e applicata nel contempo, non era molto in sintonia con le tendenze prevalenti negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso e la sua lezione di antifascismo era abbastanza dura da digerire per chi qualche scheletro nell’armadio ce l’aveva. Una spinta per la sua “riscoperta” è venuta da alcuni studi storici e dal suo imponente carteggio resosi disponibile presso l’Accademia dei Lincei. Adesso biografie e studi su Volterra non mancano, ma mai nessuno aveva pensato di parlare di lui tramite un fumetto.

Questa è stata l’idea di Roberto Natalini e di Andrea Plazzi. La covavano da tempo, e si erano accorti, anche frequentando Lucca Comics & Games e animando dal 2013 la collana Comics&Science di Cnr Edizioni, che in giro di esempi di graphic novels ambientate nel mondo scientifico che avessero un certo respiro biografico e storico non ce ne erano moltissimi. Per parlare di Vito Volterra, Natalini e Plazzi avevano fatto qualche tentativo con delle tavole sul modello preda-predatore apparse nella rivista Archimede, ma la loro idea era in realtà più ambiziosa. Volevano che venisse raccontata l’intera vita di questo scienziato, dagli studi alla Normale di Pisa alla sua affermazione a livello internazionale come grande matematico, fino alla nascita del Cnr e al suo antifascismo poi, facendo capire la sua importanza nella storia del Paese. E questo senza che la parte politica e organizzativa, più facilmente raccontabile, oscurasse quella matematica. Non bastava neanche il supporto del solo Cnr. Bisognava cercare un editore per valorizzare al meglio l’opera e superare il collo di bottiglia della distribuzione e della promozione. Una volta raccolto l’interesse di Feltrinelli, si è trattato di selezionare chi questa storia avrebbe raccontato e chi questa storia avrebbe disegnato. Ecco quindi il coinvolgimento di Alessandro Bilotta, uno dei più importanti sceneggiatori italiani di fumetti, che ha saputo imbastire una struttura narrativa avvincente e rigorosa, e di Dario Grillotti, acquarellista eclettico e raffinato, al quale si devono il disegno e la colorazione delle tavole con la scelta di “palette” diverse per ogni capitolo in modo da rappresentarne visivamente il temperamento. Non avevano una formazione scientifica specifica ma, grazie alla supervisione di Natalini e Plazzi, sono riusciti a “immergersi” nel mondo scientifico di Volterra e raccontarlo in modo particolarmente efficace. Di mezzo ci si è messo anche il lockdown della prima ondata, ma alla fine il progetto è diventato realtà. E il successo in libreria è stato notevole. Adesso, in cantiere ci sono altri progetti. Ma – e questo Roberto Natalini ci tiene a sottolinearlo – senza alcun intento didascalico: “Attraverso i fumetti, non vogliamo certo fare delle lezioni. Vogliamo raccontare delle belle storie con dei prodotti di intrattenimento e artisticamente validi. E la scienza e la matematica andranno poi di pari passo”.

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