Al colmo della frustrazione per l’esito della rivoluzione del 1848-49, il filosofo Ludwig Feuerbach, allora parlamentare comunista a Francoforte, recensì il trattato di Moleschott sulla nutrizione, o meglio la denutrizione, delle classi popolari e l’importanza della sana alimentazione. Scrisse con rabbia e ironia, coniando quello stupendo gioco di parole Der Mensch ist was er isst (L’uomo è ciò che mangia) che ne condizionerà la fama nei secoli futuri.
Nello splendido libro-inchiesta del 1937 sulle condizioni di vita dei minatori di carbone e degli operai tessili del Lancashire The road to Wigan Pier, George Orwell scrisse: “Venti milioni di persone sono denutrite, ma letteralmente tutti in Inghilterra hanno l’accesso alla radio. Ciò che abbiamo perso in qualità del cibo abbiamo adesso in elettricità”.
In un recente articolo apparso sul Guardian, Amanda Schupak chiede: “Chi sceglie cosa mangi?” Se rispondi “io”, hai ragione solo in parte perché sono l’industria alimentare e le istituzioni a decidere cosa ci sia nei menu del ristorante e della mensa e cosa sia disponibile sui ripiani dei negozi. Dobbiamo incominciare a ragionare in modo multidisciplinare sulla nostra alimentazione perché essa ha un impatto ambientale enorme: il 35% delle emissioni di gas climalteranti sono dovute alla produzione alimentare, soprattutto di carne. Inoltre, si stima che un terzo del cibo prodotto nel mondo finisca per marcire nei frigoriferi e nei bidoni dei rifiuti dei consumatori o si deteriori a causa della difficoltà del trasporto e delle tecniche di raccolto.
Il 1° giugno presso la Camera dei Deputati è stato presentato il “7° Rating delle Mense Scolastiche” redatto da Foodinsider, l’osservatorio italiano sulle mense scolastiche, un’associazione che promuove il consumo responsabile. La mensa scolastica è un luogo educativo importante, troppo spesso sottovalutato. È fondamentale per promuovere il senso di comunità, l’equità, il rifiuto dello spreco di cibo e di stoviglie usa e getta. E non dimentichiamoci che per alcuni bambini il pasto alla mensa scolastica è l’unico pasto completo che ricevono al giorno.
Da sindaco impegnato nel programma Città Sane dell’Oms avevo promosso un’azione educativa chiamata “Alimentare Watson”, attraverso la quale sottolineare il nesso tra ragione e alimentazione. E anche se Feurbach
(che nella famosa recensione, contrariamente a Pitagora, proponeva il consumo di legumi) si lamentò spesso
di quanto fosse riduttivo ricordare la sua opera solamente per quel gioco di parole, penso che tale formula
e le considerazioni di Orwell siano attualissime. Non solamente nel senso che l’alimentazione sana è indispensabile per la dignità dell’essere umano e quindi per la salute dello spirito, ma anche nel senso opposto: la consapevolezza delle nostre scelte alimentari e la tutela delle nostre mense, soprattutto scolastiche, sono gesti etico-politici qualificanti nel difficile nostro tempo.
Leggi anche le nostre altre rubriche, i dossier, gli speciali… sull’ultimo Prisma in edicola!