Stile libero – Croce e delizia

Lotta alle crocette. Non si può valutare un insegnante sulla base di un quiz. Anni di precariato e poi ti fanno riempire qualche test nozionistico”. È partita la crociata contro le crocette. Il contesto è quello del concorso ordinario, più volte invocato anche su queste pagine, bandito due anni fa e finalmente messo in campo. Con un forte stravolgimento del percorso, però, rispetto al programma originale. Alla classica prova scritta sotto forma di tema si è sostituito un quiz attinente la disciplina e il suo insegnamento, come previsto in generale dalla riforma della pubblica amministrazione voluta dal ministro Renato Brunetta.
I vantaggi di uno svolgimento di tema sono evidenti: si può costruire un’esposizione consequenziale, ampia, approfondita e personale di un argomento. Lo svantaggio è che la valutazione è lenta, costosa e soprattutto fortemente arbitraria e aleatoria.
I vantaggi del quiz sono la velocità e la semplicità di somministrazione e l’equità nella correzione. Il capo di accusa principale è di essere nozionistico. Ma davvero test equivale a nozionismo? A vedere i test Invalsi si direbbe proprio di no. E neanche i test Pisa, che si svolgono in questi giorni.
Cito fra gli altri un esercizio che confronta la popolazione di alcuni Paesi asiatici con il numero di possessori di smartphone lavorando sulla correlazione fra tali percentuali e la paga oraria minima nel Paese. Che è un esercizio ragionativo, attuale, interessante.
Eppure, se prendiamo i 4.000 quesiti per la prova preselettiva dell’ultimo corso-concorso per dirigenti scolastici, pubblicate tutte in anticipo e quindi evidentemente da mandare a memoria, ci troviamo davanti all’apoteosi del nozionismo (inutile). Esempio: “Che cosa stabilisce il D. L. 179/2012, conv. in legge 221/2012?” oppure: “Per quanti anni in Lussemburgo tutti gli studenti devono apprendere due lingue straniere?”.
Immagino che chiunque di noi non consideri deplorevole che un preside non sappia a memoria per quanti anni si studiano due lingue straniere in Lussemburgo, ma consideri pericoloso che, in caso di dubbi, il dirigente citi a
memoria, senza controllare sul suo computer, il DL 179/2012 sui libri di testo prima di fare il collegio docenti di maggio sull’adozione dei libri di testo.
Insomma: il problema non sono le crocette. Ma quello che si vuole mettere alla prova e il modo più o meno intelligente di usare le metodologie delle prove. Cosa che vale anche per i tradizionali scritti e orali.

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