Rilanciamo l’appello di MaddMaths, con il supporto di tutte le società matematiche italiane (UMI, SIMAI, AIRO, AMASES, AILA, AICA e FIMA), a non dimenticare e supportare ricercatrici e ricercatori in Afghanistan.
La presa del potere da parte dei Talebani in Afghanistan, ha causato nel paese uno sconvolgimento, oltre che geopolitico, nei costumi, nelle regole, nei valori e nelle convenzioni sociali. Ha causato inoltre una malcelata rappresaglia nei confronti dei canoni e dei principi che si erano fatti spazio nel paese negli ultimi venti anni e nei confronti di coloro che li avevano promossi o semplicemente adottati. Tra i principi più a rischio ci sono la libertà del pensiero (anche scientifico) e la parità di genere.
È chiaro a tutti come essere liberi di ragionare e insegnare a ragionare sia l’esigenza primaria per una comunità scientifica. Di pari importanza, perché ovvia conseguenza del pensiero scientifico, oltre che come dovere sociale, è il dispiegamento di ogni sforzo per attuare la parità di genere. Come matematici, pensiamo che sia importante che le molte iniziative messe in atto si coordinino per formare una pressione forte, diffusa e autorevole nelle sedi internazionali opportune.
Già vari atenei si sono espressi in tal senso e presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche è in corso una petizione per promuovere l’accoglienza immediata di scienziate e scienziati provenienti dall’Afghanistan (clicca qui per vedere e firmare la petizione che grazie anche al lancio dell’ANSA, ha raggiunto le 25.000 firme ed è stata ripresa da Nature). Allo stesso tempo ci sono iniziative per fare rientrare in Italia gli studenti iscritti presso gli Atenei, come nel caso delle 81 studentesse afgane di Sapienza bloccate a Kabul, su cui si è espressa la rettrice Polimeni.