Il valore (numerico) dei sentimenti

Ecco come gli algoritmi dei siti di incontri possono aiutarvi a trovare l’anima gemella

Negli Stati Uniti tre quarti dei single hanno sperimentato la strada dell’online dating. E quasi un terzo delle coppie sposate di fresco si sono conosciute in rete. Uno studio dell’Università di Chicago ha persino mostrato che i matrimoni nati da amori online sono più stabili di quelli di chi si è conosciuto in modo più tradizionale. Anche in Europa e nel nostro Paese il trend è in crescita: secondo gli ultimi dati, gli italiani che utilizzano i vari Meetic, Parship, Lovepedia per cercare un partner sono quasi 9 milioni (secondi solo agli spagnoli). D’altro canto è innegabile che la soluzione offerta dai siti di incontri presenti alcuni vantaggi. In primo luogo, le possibili incertezze e le difficoltà di approccio possono essere mascherate: il non trovarsi fisicamente di fronte al potenziale partner, infatti, rende più spigliati. Nei siti di incontri, poi, c’è un bacino di potenziali partner ben più ampio rispetto a una festa o al pub. Infine, il vantaggio più importante: una prima selezione viene operata da un apposito algoritmo, che ci propone solo le persone potenzialmente compatibili. Per ogni lato positivo, però, ce n’è uno negativo che fa da contraltare: mascherare può voler dire mentire; più scelta espone al rischio di ricevere più rifiuti; infine, l’algoritmo potrebbe sbagliarsi… Com’è infatti possibile che un computer possa analizzare una cosa tanto complessa come i sentimenti? In realtà il computer non analizza nulla, se non i numeri in cui qualcuno (matematici, di solito) ha tradotto i rapporti interpersonali. E, a dirla tutta, non fa calcoli molto complessi. Gli bastano quattro operazioni: somma, divisione, prodotto e radice quadrata. Ovviamente quello che stiamo per affrontare è un discorso generico: ogni sito di incontri ha infatti il suo algoritmo, ma più o meno sono tutti derivati da una formula standard.

Pesare le risposte

Immaginiamo che io e una ragazza a me ignota ci iscriviamo a un sito di incontri. Io, nonostante sia consapevole del mio fascino, decido di rimanere umile, scegliendo il nome utente Astrofico86 (tanto abbiamo detto che si può fingere, no?). Lo username di lei, invece, è Sospirella98. Il primo passo, da parte dei gestori, è di raccogliere informazioni sugli utenti. A me e alla signorina vengono dunque poste una serie di domande di vario tipo e riguardanti un po’ di tutto, dalla religione al cinema, dalla politica al cibo. Il sito analizzerà poi le risposte, per dirmi quanto io e una serie di potenziali amori della mia vita (compresa la suddetta pulzella) siamo compatibili. C’è però da tenere conto di una cosa: non sempre a risposte uguali corrispondono alti valori di compatibilità. In alcuni casi può valere il contrario. Se per esempio a me e alla dolce fanciulla piacciono le burrate, questo ci avvicinerà. Se però a entrambi piace che a servirle in tavola sia l’altro, ciò ci porterà allo scontro. A meno che uno dei due non sia disposto a soprassedere. Per tenere conto di questi fattori, quindi, il punteggio totale di compatibilità restituito dai siti si basa su tre elementi: 1) Le mie risposte alle domande; 2) Le risposte che vorrei che lei desse; 3) Quanto io reputi importante le singole domande. L’ultimo punto, in particolare, è quello fondamentale per l’algoritmo. A ogni domanda dovrò quindi assegnare un’importanza: per nulla importante, poco importante, abbastanza importante, importante, fondamentale. Il computer, dal canto suo, assegnerà a queste importanze un valore numerico, per esempio 0, 1, 10, 50 o 250 punti. Facciamo un esempio pratico e realistico: Domanda 1: Ti piace la fantascienza? Io vorrei chiedere al computer se si riferisce alla sci-fi o al fantasy, perché c’è una grossa differenza. Ma tanto le risposte sarebbero entrambe positive, quindi barro la casellina del “sì” e segno come “importante” la domanda: anche lei dovrà dire “sì”. Sospirella si ricorda di aver pianto, quando Spock ha gettato Anakin nella lava del Monte Fato (o qualcosa del genere). Ciononostante la fantascienza non le piace, preferisce le storie d’amore travolgenti tipo Step Up. Quindi barra “no” e definisce la domanda “per nulla importante”, anche se spera di non dover guardare altri film con i nani. Domanda 2: Ti piace mangiare? Potessi sostituire un polmone con un secondo stomaco, non esiterei un secondo: “sì” e “fondamentale”, senza pensarci. Se lei è sempre a dieta, saranno guai. Sospirella è breathariana, si nutre di aria e luce, solo saltuariamente di frutta cruda. “No” e “abbastanza importante” le sue risposte: lui non vorrà mica nutrirsi di materia solida, no? Domanda 3: Ti piace indossare il verde? Io sono daltonico, quindi un grigio vale l’altro: “sì”, “poco importante”. In fondo, però, sarebbe carino indossare lo stesso grigio… Sospirella è convinta che il verde avvicini l’anima a quella delle creature della foresta. “Sì” e “fondamentale” le sue risposte: lui deve adorare i cerbiatti.

Affinità di coppia

Al computer non rimane che calcolare quanto io sia soddisfatto di Sospirella e quanto lei lo sia di me. Parte sommando i punteggi ottenuti sulle domande. Per quanto mi riguarda, su 301 punti che poteva totalizzare (50+250+1), Sospirella ne ha preso 1 (perché ha risposto come avrei voluto solo alla terza domanda): 1 su 301 significa che sono soddisfatto allo 0,3%. Io, su 260 punti in ballo (0+10+250), ne ho raccolti 250: ben il 96,2% di soddisfazione per Sospirella, che accanto alla definizione di “anima gemella” trova la foto di un astrofisico in sovrappeso. Per capire ora quanto sia l’affinità di coppia, il computer moltiplica le nostre percentuali di soddisfazione e ne fa la radice quadrata. Risultato: 5,4%. Questo matrimonio non s’ha da fare! Ma perché il computer usa questa formula, ovvero una media geometrica, invece che fare la media aritmetica delle due percentuali (che darebbe 48,3%)? Perché la media aritmetica non riesce a combinare valori con ampie variazioni e che rappresentano argomenti e proprietà differenti (film, cibo, moda…) restituendo un valore “realistico”. Usando la media aritmetica, due persone entrambe soddisfatte l’uno dell’altro al 48,3% avrebbero la stessa compatibilità di me e Sospirella. Ma è decisamente più probabile che loro siano più felici di noi.

Alla prova dei fatti

Alla fine della fiera, queste percentuali di compatibilità funzionano? Ni. I dati dei siti di incontri indicano che scoprire di avere un’alta affinità spinge maggiormente le persone ad avviare un primo contatto. Si potrebbe dunque sospettare che i gestori migliorino l’efficienza del proprio sito “pompando” artificiosamente le percentuali. Ma le statistiche ci dicono che, se il primo contatto è un buco nell’acqua, il fatto di avere un’alta compatibilità di coppia non spinge a insistere di più di chi ne ha una bassa. La “chimica”, dunque, rimane fondamentale. E non solo nel campo dei sentimenti. Algoritmi simili, seppur basati su alcune assunzioni da parte dell’intelligenza artificiale del software, sono usati per esempio da Netflix per suggerirci contenuti che dovrebbero piacerci. Se non altro, potremo consolarci vedendo un bel film.

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