Molti, troppi, quando sentono parlare di numeri e statistiche storcono il naso, infastiditi, come fossero qualcosa di freddo, inutile, addirittura sgradevole. Beh… per fortuna non è così per tutti, e ce lo dimostra in modo brillante Linda Laura Sabbadini – che avevamo intervistato su Prisma 72 – in questo bellissimo libro che parla della sua vita e di come abbia deciso di dedicarla proprio ai numeri e alle statistiche attraverso una lunga carriera all’Istat, l’Istituto nazionale di statistica. “Tramite i numeri, infatti, possiamo comprendere meglio la nostra vita quotidiana e lavorativa, inquadrandola in una dimensione collettiva, riconoscendo aspetti che cogliamo a pieno soltanto nella loro rilevanza quantitativa. Le statistiche ci permettono anche di monitorare la condizione di coloro che fanno parte della nostra comunità, e l’evoluzione del loro stato, per capire se la nostra democrazia rispetta o meno i diritti previsti dalla Costituzione riguardo al benessere dei suoi cittadini”. Ne nasce un lucido spaccato dell’Italia, dal Dopoguerra a oggi, che mostra un Paese in continua evoluzione e come le battaglie combattute per i diritti abbiano portato a conquiste fondamentali. “La statistica è democrazia perché voce dei bisogni di tutti. In primis delle donne, per decenni invisibili a causa dell’approccio economico-centrico delle statistiche ufficiali. Molti fenomeni sociali, come la disoccupazione, la povertà e lo sviluppo economico, risentono delle differenze di genere. Prendere coscienza di ciò era, ed è, fondamentale. Infatti, se il genere non viene considerato nella progettazione delle politiche, uomini e donne non potranno che ottenerne benefici diseguali. Anche per questo motivo per decenni le potenzialità femminili non sono state adeguatamente valorizzate. Misurare il lavoro non retribuito, la violenza maschile sommersa, le reti di solidarietà di cui le donne sono pilastro, gli stereotipi di genere, la medicalizzazione della gravidanza, l’autonomia economica delle donne, vuol dire mettere il Paese in condizione di dotarsi di una strategia per l’uguaglianza di genere. La statistica è democrazia perché permette di misurare la povertà e l’esclusione sociale, nelle sue diverse sfaccettature, e di comprendere se nel tempo le disuguaglianze sono migliorate o peggiorate; perché getta luce sui problemi dei disabili, degli immigrati, degli homeless, sui bisogni dei bambini e dei giovani, sulla qualità della vita degli anziani, sui diritti di cittadinanza e delle persone lgbtq+; perché fornisce i dati di base sulla situazione sociale, eco nomica, ambientale, per delineare politiche per il cambia mento del Paese. La statistica è un esercizio di libertà, dai fake numbers, i numeri falsi prodotti ad arte per ingannare l’opinione pubblica, e dalla manipolazione dei dati. Aiuta una presa di coscienza di ciò che siamo veramente e di do ve stiamo andando, al di là degli stereotipi, delle ideologie, delle letture di comodo. Capire la statistica rende tutti noi più liberi di scegliere”.
Pagine che fanno pensare, fanno riflettere su quanto è stato fatto e su quanto – tanto! – ancora sia da fare, che raccontano le grandi battaglie del femminismo in Italia, le conquiste di un sistema sanitario nazionale divenuto un orgoglio del Paese (e che oggi si sta cercando di smantellare nell’indifferenza complice dei più), la centralità della scuola pubblica come luogo di uguaglianza e possibilità di affermazione anche per gli ultimi.
Pagine che riportano alla memoria personaggi straordinari della nostra storia recente come Emma Castelnuovo, con la sua straordinaria forza di innovazione nella didattica della matematica, o il linguista Tullio De Mauro, il tutto filtrato dall’ottica soggettiva dell’autrice che ha dedicato con coraggio tutta la sua vita lavorativa a “misurare i diritti” di tutti gli italiani e che anche solo per questo merita almeno un ringraziamento.
3 risposte
Grazie per l’interessante e approfondita recensione di un libro che va assolutamente letto.
Un libro necessario, soprattutto in un momento come questo.
Bellissimo! Un grazie di cuore a Linda Sabbadini