Stile libero – Sovrani e sudditi

Si è conclusa a metà marzo la grande fiera “Didacta”. Sotto l’egida di Indire, a Firenze hanno esposto i numerosi soggetti che coprono il mercato scolastico italiano e che negli ultimi due anni hanno venduto con risorse Pnrr a ogni istituto scolastico (per centinaia di migliaia di euro ciascuno) dispositivi elettronici (computer, tablet, smartboard, visori, proiettori 3D ecc..), mobili innovativi per ambienti di apprendimento (banchi trapezoidali, pouf, sedie a rotelle ecc.), software ecc…
Il programma ricchissimo di eventi attira operatori, dirigenti e insegnanti fornendo un importante test di dove vanno i consumi didattici.
Certamente, la parte più cospicua dell’evoluzione della scuola italiana va nella direzione della digitalizzazione. Quanto ai servizi e alle infrastrutture digitali per la didattica, qualsiasi programma di aggiornamento per insegnanti evidenzia il dominio dei grandi attori delle Big Tech. Quelli, per intenderci, che presenziavano deferenti all’incoronazione di Trump. In sostanza, è come se la scuola italiana fosse ospitata a casa dei grandissimi oligopolisti che forniscono in gran parte gratuitamente le classi virtuali, i servizi di mail, gli incontri a distanza, i programmi educativi ecc.
Se pensiamo che sulle prassi didattiche incombe la velocissima evoluzione dell’Intelligenza artificiale e che anche la formazione per gli insegnanti sul tema è sostanzialmente connessa alla diffusione di prodotti delle Big Tech, i dubbi aumentano. La totale dipendenza della scuola italiana dai grandi oligopoli digitali americani sarebbe cosa abbastanza sbalorditiva in tempi di ordinaria globalizzazione. Ma ci sono due fattori che dovrebbero allertare ulteriormente:
1. appena insediato, Trump ha bloccato l’ordine esecutivo del predecessore sulla sicurezza e affidabilità della Ia affermando di voler liberare il campo da regole e che “dobbiamo sviluppare sistemi di Ia che siano liberi da pregiudizi ideologici o da agende sociali artificiali”. La stretta vicinanza con i Gafam e altri grandi imprenditori tech non ci illude sulla terzietà e difesa dei consumatori da parte del governo americano, legato ai grandi oligopoli;
2. stiamo assistendo al rapido smantellamento del mercato globale e alle più muscolari politiche protezionistiche e sovraniste degli ultimi decenni, da parte di quello che fu il più potente motore della globalizzazione economica.
Gli statunitensi potranno forse fare a meno di bere bollicine e pasteggiare a parmigiano, ma noi potremo rinunciare alle infrastrutture informatiche che innervano le prassi didattiche e organizzative della scuola italiana? Pagheremo i servizi prima gratuiti? Resteranno infrastrutture libere e non inquinate da interferenze politiche o nazional sovranistiche?
Quanto sta accadendo sui social fornisce un pessimo segnale in proposito.

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