L’algoritmo del biglietto aereo. Quando si spende di meno?

Da qualche tempo, la questione dei prezzi dei voli aerei è oggetto di particolare attenzione. Tutti esprimono preoccupazione per i costi sostenuti dai passeggeri, mettendo sotto accusa le compagnie aeree. Cercare di capire le dinamiche che portano alla decisione del prezzo del volo è importante e niente affatto banale, come ci conferma un esperto che lavora per una compagnia aerea e per questo ha chiesto di rimanere anonimo: La prima operazione da compiere è cercare di guardare oggettivamente alla questione separandola dal sentimento vagamente populista che anima le pagine di giornali e social”.

Come funzionano gli algoritmi che fissano il prezzo dei voli aerei?

Ogni compagnia utilizza software complessi per prevedere il comportamento della domanda. Sistemi di machine learning aiutano ad analizzare grandi set di dati storici per ricavarne tendenze e costruire le curve di domanda, ovvero le funzioni che determinano il prezzo di un bene in dipendenza dalla quantità richiesta di quel bene.
La soluzione ottimale si raggiunge quando un volo viene riempito al 100%.

Quando per le compagnie aeree il prezzo è giusto?

Se il prezzo del volo è troppo alto c’è un rischio di “spoil”, vale a dire avere posti vuoti che, una volta partito il volo, rimangono invenduti. Mentre, se il prezzo è troppo basso, c’è un rischio di “spill”: il volo viene riempito troppo rapidamente e quindi altri passeggeri disposti a pagare non trovano posti disponibili. Semplificando, i fattori alla base della determinazione del prezzo del volo sono: il costo dei fattori di produzione (aereo, personale, manutenzione, carburante ecc.); la disponibilità dei posti; i dati storici di riempimento degli aerei e il prezzo medio; il calendario e gli eventi; l’evoluzione delle prenotazioni rispetto alla curva di domanda; la strategia di mercato (consolidamento, crescita, massimizzazione dei profitti); gli incentivi e i sussidi pubblici; infine, la concorrenza da parte di altre compagnie aeree e di prodotti alternativi, come ad esempio i treni ad alta velocità.

Qual è il ruolo del fattore umano nella gestione dell’algoritmo?

Un algoritmo non è altro che un sistema rapido per fare i calcoli e ottenere un risultato che dipende da molti input. Soprattutto, è un sistema flessibile: gli input sono espressi da parametri e l’algoritmo si adatta rapidamente ai diversi valori assunti da questi parametri. Anche nel nostro caso il fattore umano è importante perché analisti ed esperti controllano l’evoluzione delle curve e possono modificare i parametri dell’algoritmo in base alle informazioni disponibili. Ad esempio, se un volo rischia di andare in “spill” perché le prenotazioni si muovono troppo rapidamente, l’analista interviene aumentando la capacità e usando un aereo più grande oppure aumentando i prezzi per spingere potenziali clienti sensibili al prezzo a scegliere altre opzioni meno care. Se, invece, le prenotazioni si muovono più lentamente, allora si agisce in senso opposto.

Ma esiste un prezzo che non si può superare?

Non esistono un prezzo base un prezzo massimo. Tutto dipende dal comportamento del volo sulla curva della domanda.
Il prezzo raggiunge il suo limite quando nessun cliente è disposto a pagarlo. Solo in contesti particolari vengono meno le regole del mercato libero, come nel caso delle tratte di continuità territoriale per le quali le compagnie aeree ricevono sovvenzioni pubbliche. Attenzione al paradosso del pollo di Trilussa: applicare tariffe alte durante l’alta stagione permette di poter applicare tariffe basse durante quella bassa e coprire costi fissi e investimenti. Fissare un tetto alle tariffe comporterebbe molto probabilmente una riduzione della capacità generale e l’annullamento delle rotte meno profittevoli.

L’estate scorsa, il governo italiano aveva iniziato un braccio di ferro con Ryanair per limitare l’aumento dei prezzi. Com’è andata a finire?

Come prevedibile, con un buco nell’acqua. Il decreto del governo puntava a stabilire un prezzo massimo in base al prezzo medio delle compagnie aeree in un periodo di riferimento. Tralasciando il fatto che dati come il prezzo medio su una rotta in un periodo specifico sono segreti industriali e che il decreto di per non era in linea con le leggi UE, le compagnie aeree hanno semplicemente fatto notare che avrebbero dato due risposte a questo decreto: ridurre i voli domestici (quindi tra aeroporti italiani) perché meno profittevoli, per aumentare le rotte comunitarie (intra UE, senza tetto di prezzo); aumentare i prezzi in bassa stagione, in modo tale che il prezzo massimo consentito in alta stagione fosse molto più alto. Risulta evidente che ciascuna mossa (o una combinazione delle due) avrebbe danneggiato in maniera significativa i consumatori, che si sarebbero trovati ad avere meno opzioni di viaggio e prezzi più alti per quelle rimaste.

Chiudiamo con un tentativo di rispondere all’annosa domanda: quando conviene comprare un volo?

Tutto dipende dalle esigenze e dalla disponibilità a pagare da parte del potenziale viaggiatore: se può essere flessibile in termini di date e di destinazione, allora può essere per lui conveniente aspettare anche fino a un mese prima del viaggio per decidere di prenotare. Se invece date e destinazione non possono essere cambiate e/o se il viaggio è durante periodi di picco (ponti, vacanze scolastiche ecc.), il consiglio è di prenotare il viaggio non appena il prezzo viene ritenuto accettabile dal viaggiatore, in modo da evitare brutte sorprese all’ultimo minuto.

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