Responsabilità

Vincenzo Mulè – Direttore responsabileAndare avanti ma senza far finta di niente è il modo che abbiamo scelto per rispondere all’emergenza del coronavirus. Non sappiamo se e quando “andrà tutto bene”, ma continuare a fare quello che facevamo prima è il “vaccino” che abbiamo individuato per non soccombere moralmente al virus che intanto continua a fare morti reali tra le nostre case.

Anche noi, però, abbiamo dovuto pagare un prezzo all’emergenza e con questo numero probabilmente non riusciremo ad essere puntuali in tutte le edicole. Ci dispiace ancora di più perché quello che sta succedendo ci dice che avremmo tutti bisogno di recuperare il senso della responsabilità personale e collettiva, di imparare a confrontarci con le difficoltà in maniera adulta e consapevole.

Questo numero assume per noi una valenza diversa, perché confezionato nel momento più difficile della nostra storia recente. L’emergenza coronavirus ha ritagliato alla matematica un ruolo di primissimo piano nella lotta a un nemico subdolo e invisibile. Questo ha aumentato le nostre responsabilità. I temi affrontati sono il nostro personale contributo per mantenere aperti gli occhi e largo lo sguardo. Voltaire diceva di se stesso che scriveva per agire. Noi abbiamo cercato di occuparci di temi che aiutassero a capire meglio, a vivere meglio, a fare meglio. In una parola, a reagire tutti assieme come un unico blocco coeso.

Siamo un Paese uscito mortificato da un ventennio di individualismo sfrenato e spiazzato da un rigurgito di populismo che ha avuto come prima conseguenza l’atteggiamento di sufficienza nei confronti dei “professoroni”. Un Paese che adesso prova a fare ricorso anche alla retorica degli eroi pur di non confrontarsi con la serietà e la chiamata alla responsabilità di ognuno di noi. Ieri i pompieri, oggi il personale medico. Si tratta di categorie che hanno dimostrato nel momento del bisogno quanto sia importante amare la propria professione e rispettarla, facendo nella maniera migliore quello che veniva loro chiesto. Andando anche oltre le proprie possibilità.

Ai pompieri di ieri e a tutto il personale medico e paramedico che oggi sta affrontando in prima linea l’emergenza coronavirus va la nostra riconoscenza per esserci stati nel migliore dei modi. Ma avere davanti questi esempi eccezionali, forse irraggiungibili, non ci esime dal fare bene quello che noi stessi per primi siamo chiamati a fare. Per il gusto di farlo e per rispetto della comunità dove viviamo.

Buona lettura!

Vincenzo Mulè | Direttore responsabile