La cifra della comunicazione politica

Usare i numeri quando si fa comunicazione, e in particolare comunicazione politica, può essere estremamente efficace. A patto di inserirli in un contesto che renda evidente il loro significato.

Parlare di numeri è da sempre uno dei crucci di chi si occupa di comunicazione politica. Non è semplice far comprendere le differenze in gioco quando si parla di cifre enormi, delle quali per l’opinione pubblica è difficile avere un’idea.

Vari studi sulla mente umana, infatti, concordano sul fatto che il nostro cervello funziona attraverso un meccanismo di “risparmio cognitivo”, in altre parole si attiva per riflettere sulle informazioni ricevute solo se il tema trattato è di particolare interesse. Se invece c’è minore attenzione, la comprensione dei messaggi si caratterizza per un più basso livello di rielaborazione e per una maggiore attenzione agli aspetti superficiali del messaggio. Il fenomeno è di particolare rilievo nel momento in cui la politica è caratterizzata da una sempre minore attenzione da parte del pubblico, sia in termini di partecipazione sia d’informazione. Il pubblico manifesta, dunque, un’attenzione minore e la comunicazione di concetti astratti e complessi come le cifre deve inserirsi in modo efficace nei meccanismi di decodifica dell’ascoltatore.

Come è possibile, quindi, comunicare numeri in maniera chiara a un pubblico ampio? Una delle scelte più efficaci è quella metaforica, ovvero il paragone fra le cifre e altri oggetti più facilmente visualizzabili. Una delle questioni centrali del dibattito politico, ad esempio è il bilancio statale, dove si parla di impegni di spesa per decine o centinaia di milioni. Si tratta di cifre enormi, difficili da comprendere. Per fare solo un esempio: come è possibile mostrare la differenza fra un milione, un miliardo e mille miliardi?

Il paragone con il tempo può aiutare. Possiamo quindi far notare che:

  • un milione di secondi equivale a 11 giorni e mezzo;
  • un miliardo di secondi equivale a 31 anni e otto mesi;
  • mille miliardi di secondi equivalgono a 31.710 anni.

Possiamo quindi rispondere alla nostra domanda iniziale: la differenza fra un milione e un miliardo è quella che c’è fra undici giorni e 31 anni. Un’altra possibilità è quella di passare dal livello astratto (macro) a quello concreto (micro). Un esempio viene dalla pubblicazione del rapporto Spotlight on subsidies di Oxfam, organizzazione non governativa che si occupa di campagne di comunicazione e sensibilizzazione sui temi della povertà. Siamo ancora nel Regno Unito: per rendere comprensibile la somma che lo Stato devolveva agli agricoltori con la Pac, la Politica agricola comunitaria, la soluzione individuata fu quella di rivelare il dato giornaliero, anziché quello annuale e di confrontarlo con gli stanziamenti dedicati ad altri capitoli di spesa.

Così emergeva che il Duca di Westminster, l’uomo più ricco del Paese, riceveva 326 sterline al giorno di sussidi per l’agricoltura mentre una ragazza-madre, con due figli a carico, nella fascia di reddito più bassa, aveva diritto soltanto a 7 sterline al giorno di sgravi fiscali. In questo modo appariva più evidente la necessità di rivedere la politica sull’agricoltura o quantomeno emergevano con maggiore evidenza le dimensioni della questione.

In conclusione, usare i numeri quando si fa comunicazione, e in particolare comunicazione politica, può essere estremamente efficace. Ma la chiave per renderli davvero vincenti è quella di inserirli in un contesto che faccia apparire evidente il loro significato a chi ascolta.