Tra scienza e politica, a proposito di stelle

I rapporti tra scienza e politica sono e sono stati spesso problematici, tra l'autonomia degli studiosi e l'autorità dei politici.

Singolari coincidenze capitano anche nella preparazione di un numero di una rivista. Da tempo avevamo deciso di pubblicare in questo n. 3 di Prisma un articolo di Martin Rees sull’esplorazione dello spazio nell’era dell’intelligenza artificiale quando è scoppiato il “caso Battiston” che riguarda proprio la ricerca spaziale. Il fisico dell’Università di Trento, da quattro anni alla guida dell’Agenzia Spaziale Italiana, è stato rimosso dal Governo, all’improvviso e con effetto immediato, dalla carica di presidente dell’Agenzia. Sono vicende di cui una rivista come Prisma non può non interessarsi. Almeno per come intendiamo noi la divulgazione scientifica. Abbiamo intervistato Roberto Battiston – la sua intervista compare a pagina 40 – e lo ringraziamo per la disponibilità mostrata. Nel colloquio avuto con lui, Prisma si è limitata a porre delle domande per ricostruire quanto è accaduto. Il lettore può trarre le proprie conclusioni.

I rapporti tra scienza e politica sono e sono stati spesso problematici. Da una parte, ci sono gli studiosi che rivendicano la propria autonomia; dall’altra, i politici che non accettano che si vengano a creare zone franche e aree non soggette alla loro autorità. Sono rapporti sempre delicati, e non solo in Italia. Senza andare troppo lontano nel tempo, basti pensare al secolo scorso e alle tentazioni che nazismo, fascismo e stalinismo hanno avuto verso uno stretto controllo della scienza e la possibilità di esportare nei suoi territori i propri orientamenti ideologici. Quello che è successo negli Usa, ad esempio, alla fine della Seconda guerra mondiale con Vannevar Bush e i presidenti Roosevelt e Truman mostra che la criticità dei rapporti tra scienza e politica non caratterizza solo le dittature. In Italia, nel Secondo dopoguerra, viene in mente il “caso Ippolito” fino alle polemiche di qualche decennio fa sulla gestione del Cnr e  suoi vertici.

Quelli citati sono casi molto diversi tra loro, che però permettono di trarre almeno una conseguenza. Se l’intervento della politica sui contenuti, i metodi e la gestione della ricerca scientifica è arrogante, troppo deciso, a “gamba tesa”, allora è molto probabile che susciti una reazione negativa e abbastanza compatta da parte del mondo scientifico e di vasti settori dell’opinione pubblica; che si riveli dannoso per il Paese e controproducente per gli stessi politici che l’hanno provocato.

Torniamo alle singolari coincidenze. Questo numero di Prisma è effettivamente aperto dall’articolo di Martin Rees sui viaggi nello spazio, la loro storia, il grande sviluppo che si registra oggi nella tecnologia spaziale e i pionieri post-umani dell’esplorazione cosmica. Rees è un grande nome della fisica mondiale. Astronomo e cosmologo, è stato presidente della Royal Society dal 2005 al 2010. I suoi contributi scientifici sono numerosi e originali. Ma è anche un ottimo divulgatore come vi accorgerete immediatamente dal suo articolo.

Buona lettura e arrivederci all’anno prossimo. Prisma esce 11 volte all’anno e il mese “di riposo” è gennaio. Torneremo in edicola a febbraio o, più precisamente, il 31 gennaio… per non lasciarvi troppo tempo soli o in balìa di un mondo che non sa come contare…