Un compleanno da ricordare: il 12 giugno 1922 nasce Margherita Hack

Il 12 giugno 1922 nasce a Firenze Margherita Hack orgoglio dell’astrofisica italiana che ha dedicato la sua vita a esplorare i misteri dell’universo. Prima donna a diventare ordinaria di Astronomia in un’università italiana e anche prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia è stata membro di gruppi di ricerca internazionali. Proprio durante la sua collaborazione e permanenza negli Sati Uniti si occupa di spettroscopia stellare per i casi limite, ovvero per quelle stelle il cui spettro si dimostrava molto diverso dalle stelle “normali”. In particolare durante la campagna osservativa dell’eclissi del 1955-1957 studia la stella Epsilon Aurigae, nella costellazione Auriga, caratterizzata dal fatto che ogni 27 anni subiva un’eclisse che ne dimezzava l’intensità luminosa. Gli studi spettroscopici rivelavano una radiazione a bassa temperatura, circa 550 K e questo portò Margherita Hack a teorizzare che vicino a Epsilon ci fosse una stella molto più calda circondata da un disco polveroso, che ostacolava la maggior parte della luce che lo attraversa e per questo non visibile con gli strumenti dell’epoca. L’intuizione della Hack avvenne e venne confermata dalle rivelazioni del che identificò, attraverso emissioni ultraviolette, la presenza di una stella calda nel sistema binario.
La sua teoria viene verificata sperimentalmente nel 1978 quando la tecnologia satellitare, in particolare con il satellite IUE (International Ultraviolet Explorer), ha permesso di fare osservazioni direttamente dallo spazio e quindi di osservare anche l’ultravioletto che dalla Terra è impossibile percepire in quanto viene assorbito dall’atmosfera.

 

Epsilon Aurigae. Credits: Wikipedia

 

Ma Margherita Hack non è importante solo per questo, con la sua schiettezza ed un linguaggio accessibile a tutti ha portato la sua passione per le stelle e l’universo nel mondo.
È stata inoltre un esempio di coerenza e dedizione, una persona che combatteva preconcetti e pregiudizi e che non si fermava davanti agli ostacoli, alle circostanze e alle convenzioni.
Sebbene si professasse atea, in quanto riteneva che non fosse dimostrabile scientificamente né l’esistenza né la non esistenza di Dio, aveva comunque un suo credo basato sulla solidarietà tra gli esseri viventi non solo intesi come uomini ma anche animali.
Comprensione e rispetto erano le basi del suo “credo”, che, diceva, “deve guidarci nella vita e nei confronti del prossimo, soprattutto dei più deboli e sfortunati. Giustizia e la libertà sono le mie regole di sempre, quelle dalle quali sono partita e quelle per le quali mi sono battuta e continuerò a battermi.” (Dal libro Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete. Di Margherita Hack, Pierluigi Di Piazza e a cura di Marinella Chirico. Ed. Nuova Dimensione)
Insomma un grande esempio di scienziata, ma prima ancora di essere umano!

Una risposta

  1. Un sentito ringraziamento alla sempre bravissima Dott.ssa Gambarini per il ricordo di Margherita Hack nel giorno del suo compleanno.
    Il breve articolo, oltre ad essere ben scritto, è anche esempio di coerenza e coraggio, perché ricorda il pensiero razionalista ed ateo, e la militanza animalista della grandissima astrofisica.
    Questi aspetti, centrali per capire Margherita Hack come persona prima che come scienziata, vengono spesso dimenticati e ritenuti marginali da gran parte della narrazione offerta al pubblico.
    Complimenti a Silvia Gambarini e lunga vita a questa rivista, che offre spunti di riflessione originali, stimolanti e mai banali.

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