Il nulla

Gli eventi corrono, all’impazzata. E noi, con il fiato corto e tanta incredulità, li rincorriamo. Non dovrebbe essere così, ma gli ultimi due anni hanno detto questo. E dimostrato che il genere umano, quando è messo alla prova, ha un’incredibile capacità di reazione. Ora la prova alla quale il popolo ucraino è sottoposto è di quelle più atroci. Non ci dilungheremo in descrizioni, sermoni e relative condanne. Sarebbe presuntuoso, comodo e, purtroppo, inutile. Possiamo solo mettere in fila gli eventi e constatare come ancora una volta la comunità internazionale si sia fatta trovare impreparata. Siccome non pensiamo che i leader mondiali siano degli sprovveduti, al massimo possiamo concederci il lusso di qualche domanda. Forse retorica, perché in fondo la risposta la sappiamo già.
Come è stato possibile ignorare per così tanto tempo i segnali che arrivavano dalla Russia? Potremmo dire che sono gli stessi che arrivano dalla Turchia, dalla Libia, dal Brasile, dalla Cina e da tutti gli Stati dove vige un sistema autoritario e con i quali la comunità internazionale intrattiene rapporti di cortesia. E di interesse. Sanzionarli economicamente sarebbe più efficace e più giusto farlo prima, non a massacri compiuti.
Dovremmo smetterla di pensare che i matematici, e gli scienziati in generale, vivano nelle loro torri d’avorio, disinteressandosi della realtà e di quanto accade intorno a loro. Quanto sia anacronistica, sebbene forse conservi
un velo di romanticismo, questa visione è ancora la guerra in Ucraina a ricordarcelo. Ha fatto sensazione, per la
prontezza di spirito e il coraggio dimostrato, la netta presa di posizione di una parte significativa degli scienziati russi che si è schierata contro l’aggressione militare. L’hanno definita, “un passo verso il nulla” e fra i suoi effetti avrà l’isolamento degli stessi scienziati. “Dopo aver scatenato la guerra, la Russia si è condannata all’isolamento internazionale, alla posizione di Paese paria. Ciò significa che noi scienziati non saremo più in grado di svolgere normalmente il nostro lavoro: del resto, condurre ricerca scientifica è impensabile senza la piena collaborazione con i colleghi di altri Paesi”. E ancora: “L’isolamento della Russia dal mondo significa un ulteriore degrado culturale e tecnologico del nostro Paese in totale assenza di prospettive positive. La guerra con l’Ucraina è un passo verso il nulla”.
Il nulla verso il quale ha preferito andare Konstantin Olmezov, un ragazzo di 27 anni, un matematico “geniale”
secondo il racconto che Marco Imarisio ne ha fatto su Il Corriere della Sera raccogliendo il ricordo che sui social i suoi amici ne hanno fatto. Kostantin era ucraino e si era laureato a Donetsk, la città dove era nato. Nel 2018, era stato ammesso agli studi di specializzazione del Mipt, che fino a pochi giorni fa era considerata come una specie di Harvard moscovita. Viveva a Mosca e, quando ha saputo dell’invasione, ha tentato di tornare a casa, per difenderla. Gli è stato impedito e, dopo una breve detenzione nelle carceri russe, è tornato nel suo appartamento alla periferia della capitale russa e si è tolto la vita. Il suo ultimo pensiero è stato per la sua terra: “Mi fa male ogni ordigno che cade nelle strade di Kiev, non riesco più a tollerarlo. Fin dal primo giorno sono stato con tutta l’animacon voi, anche se è chiaro che non sono riuscito a salvare nessuno. Sono un assoluto ateo. Non credo nell’inferno, vado nel nulla”.
Yulia Zdanovska, invece, di anni ne aveva 21. Un attacco aereo l’ha sorpresa a Kharkiv mentre stava aiutando civili e animali a mettersi in salvo. Yulia era una brillante laureata in matematica. Nel 2017 aveva vinto la medaglia
d’argento per l’Ucraina ai campionati europei di matematica. Faceva parte dell’associazione di volontariato “Teach for Ukraine”. La sua morte è stato il suo ultimo insegnamento.

Buona lettura!

Vincenzo Mulè | Direttore responsabile

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